Un antico vulcano oramai inattivo. L’Amiata rappresenta uno dei massicci maggiormente significativi dal punto di vista geologico e naturalistico di tutto il territorio italiano, nonché un vero e proprio polmone verde della Toscana meridionale.
UN PO’ DI STORIA
Qui, in questo luogo di inconfutabile bellezza i primi impianti documentati di olivi, che seguono i disboscamenti nell’area collinare in prossimità dei piccoli agglomerati abitativi, sono databili al tardo Medioevo, anche se in questo periodo la coltura locale predominante resta la vite. E’ solo nei secoli successivi che la presenza dell’olivo si va lentamente affermando, in seguito anche al progressivo aumento del fabbisogno dell’olio, sia interno che esterno, fino a trovare sotto il Granducato di Toscana il periodo di massimo rilancio. Dal Settecento, grazie a un rinnovato approccio scientifico all’agricoltura, l’espansione degli oliveti si accompagna ad una nuova sistemazione del territorio delineando l’immagine del paesaggio dell’Amiata così come lo conosciamo oggi.
GLI OLIVI DEI SECOLI
La produzione attuale dell’Olio Extravergine Seggiano Dop proviene da olivi ultracentenari, elemento unico e indiscutibile nel determinarsi di caratteristiche organolettiche d’eccellenza.
Gli olivi secolari di tutta l’area sono stati menzionati nelle cronache e nei diari di autorevoli personaggi e viaggiatori. Da Piero Leopoldo di Lorena, nel 1783 che si dichiarò stupito di fronte alla bellezza degli olivi che si affacciavano sul fiume Vivo a Giorgio Santi che scrisse, nei suoi quaderni di viaggio: “la collina è guarnita di belli oliveti che nutrono olivi di vecchiezza e grandezza straordinaria”.
L’ORIZZONTE TERRITORIALE DELLA DOP
I comuni che delineano l’orizzonte territoriale di appartenenza della Dop sono ascrivibili all’area che passa sotto il nome di Amiata grossetano e sono Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano e Semproniano.